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Jacq e i volti di Prato (senza occhi né naso)

Prato, 23 Dic. 2017 - Articolo di Giorgio Bernardini, Corriere fiorentino (Corriere della Sera) @ produzione riservata
 

In città e sul web: il successo delle opere dell'artista
 

Quei volti senza naso e occhi, a volte senza bocca, sono spuntati sui muri della città sotto forma di adesivi murari, come accadeva negli anni Novanta con i loghi dei locali. Si tratta di foto di quadri che ritraggono sagome di facce riconoscibili, persone della città, attorno a cui si crea aspettativa e interesse.

Jacq è il nome dell’artista che ha scelto di inaugurare il progetto «Volti di Prato», che da settembre dello scorso anno è cresciuto divenendo un vero e proprio fenomeno di costume. Da Prato passando per il resto del mondo, sul web e fisicamente: gli stickers dei ritratti sono stati appiccicati nelle più importanti città internazionali. La sua opera è arrivata sino a Venezia, dove nei locali della Biennale uno dei quadri — quello che ritrae due gemelle pratesi (Twins) — è stato esposto nella mostra Find me (Loft 1592, spazio Kanz).
Il successo dei «Volti di Prato», nell’epoca in cui i visi sono costantemente raffigurati nel turbinio delle immagini dei social network, è dovuto alla capacità di sottrazione che l’artista ha saputo mettere in campo: particolari dei volti che li rendono riconoscibili e attraenti. «Ho sempre avuto l’inclinazione ad osservare le persone e le loro caratteristiche particolari: ho trasferito dall’immaginario al quadro la figura che avevo in mente». Nonostante il successo del progetto, Jacq vuole mantenere l’anonimato. «Questa scelta era nata inizialmente per via degli stickers da attaccare sui muri: credevo che atti non convenzionali come questi potessero causarmi dei problemi. Poi mi sono sempre più convinto di questa scelta, perché sono i quadri a rivelarsi per me. L’identità non è importante quanto quello che rivela».

Degli oltre trenta volti dipinti a olio, esistono centina- ia di riproduzioni in adesivi. «Cerco di essere molto attento alla reazione umana e all’intimità che genera il quadro», spiega ancora Jacq. Ogni persona ha specifiche caratteristiche attraverso la quale viene identificata e ricordata dagli altri: il colore dei capelli, il taglio delle sopracciglia, la forma della bocca o della barba . Per l’artista, che a marzo parteciperà alla mostra del premio «vernice art» al Bunker C4 di Caldogno, «rappresentare profili privi dei loro tratti ma comunque riconoscibili, significa cogliere la loro sintesi e la loro anima». Una volta completate, le opere vengono caricate sulla Rete, senza che l’artista riveli chi sia il protagonista del ritratto: Jacq non avverte i soggetti scelti, né chiede loro il permesso. Da lì parte il tam tam sull’identità di chi è stato dipinto e le condivisioni dei volti. I quadri non sono in vendita.

Ad aprile si svolgerà una mostra personale del progetto sui «Volti di Prato» in città.

Articolo di Jacq a Il Corriere della Ser
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