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SCULTURA MODULARE IN ROCCHETTI DI PLASTICA RIGENERATA
MAGGIO - LUGLIO 2022 PRESSO BESTE HUB, PRATO
IN COLLABORAZIONE CON BESTE | MONOBI

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Fabbricazione è un progetto artistico di Jacq e IPER-collettivo (Marco Conti, Lorenzo Vacirca, Giulia Landini e Lorenzo Romaniello) in collaborazione con Beste.
 

 

Il progetto consiste nella realizzazione di un’installazione figurativa site-specific attraverso un processo di costruzione partecipata che  coinvolge gli artisti e la comunità di Beste | MONOBI. L’opera raffigura un soggetto che si relaziona con l’ambiente produttivo attraverso l’utilizzo di un modulo proprio dell’industria tessile – il rocchetto da filato – ed è frutto della contaminazione tra le tecniche espressive proprie degli artisti. Il disegno, rappresentato all’interno dell’installazione Fabbricazione, è denominato L’incontro ed è realizzato dall’artista Jacq.

 

 

Il coinvolgimento dei lavoratori dell’azienda nella realizzazione dell’ installazione, attiva un processo compositivo di natura partecipata, in cui Jacq e IPER-collettivo si propongono come co-costruttori e animatori di un’azione collettiva.

SPONSOR DELL'INSTALLAZIONE
Gruppo Colle, co-finanziatore del progetto e Mariplast Spa, fornitore dei rocchetti plastici cilindrici.

TESTO CURATORIALE A CURA DI CATERINA FONDELLI

Incontrarsi, atto per un’incessante (ri)generazione

 

L’etimologia della parola “incontro” fornisce come sua definizione il “trovarsi di fronte a qualcosa”. Il fronteggiare, quindi, l’affrontare, che implica, così, una mediazione fra le parti, una sorta di dialogo e un conseguente risultato, a cui si giunge una volta che ognuno prenderà la propria strada. Il pittore Jacq e il gruppo multidisciplinare IPER-collettivo interpretano questo tema della convergenza in un istante, attraverso l’installazione Fabbricazione, in cui le pratiche e le tecniche di entrambi riescono fruttuosamente a integrarsi. La comunanza di valori e di obiettivi fra gli artisti è evidenziabile fin dai loro esordi; pur partendo da differenti percorsi di formazione, che implicano una traduzione dei propri progetti in esiti estetici forse agli antipodi, essi dimostrano un profondo attaccamento, fatto di continui rimandi, alla loro provenienza e un campo condiviso di intenti comunitari. Le logiche della creazione collettiva e della restituzione scaturita dall’integrazione con una parte altra, differente da quella autoriale, costituiscono un ponte attraverso le loro poetiche, che ad uno sguardo superficiale e rapido apparirebbero probabilmente distanti. I ritratti di Jacq catturano quell’anonimato da lui stesso scelto, che presenta però una fisiognomica, uno stile, inconfondibili: Jacq è ciò che rappresenta potremmo dire. Un uno, un individuo, che non conosciamo, ma in cui ci riconosciamo, perché identità di un gruppo, un insieme sociale. Le persone sono legami, sono inclusione, sono partecipazione, sono scambio e le persone, comprensive di tutte queste caratteristiche, sono il centro dei dipinti di Jacq, in particolar modo quello deputato a interagire con il modus operandi di IPER-collettivo, che aderisce completamente al manifesto sopracitato dedicato all’umanità. L’opera L’incontro ha una natura essenzialmente liminale, con la raffigurazione di un attimo in bilico fra l’arrivo e la partenza; il momento che precede il bacio o quello in cui quest’ultimo è terminato e ci si osserva; l’espressione di un sentimento o un semplice saluto; il titolo stesso trasmette il carico della portata di significato, tanto semplice, quanto estendibile fino a confini e ricadute globali. IPER-collettivo decide di trasferire i lineamenti dei personaggi del pittore dalla parete verticale, al piano orizzontale del pavimento, di ingrandirli in un’installazione sfruttando le procedure della pixel art e disegnando tramite dei supporti utilizzati per la filatura, messi a disposizione da aziende del territorio pratese e composte da plastica rigenerata.

La trasformazione è il concetto chiave del progetto: ogni elemento si sta spostando verso un’altra dimensione, verso una crescita nel passaggio da un momento ad un altro successivo, destinato a una vera e propria rinascita. La plastica ha nuova vita grazie all'allineamento virtuoso fra industria territoriale e artisti; nuova linfa hanno anche i rapporti sociali fra gli impiegati dell’azienda Beste che accoglie Fabbricazione e partecipa attivamente e concretamente alla sua realizzazione sul posto.

Incontrarsi diviene così un’azione reiterata: un incontro è quello che riproduce il dipinto, che verrà poi riprodotto a sua volta; un incontro è quello che accade fra Jacq e IPER-collettivo, artefici di una conversazione bilanciata e costruttiva; un incontro è quello fra gli artisti e i lavoratori; fra le parti materiali costitutive dell’opera e coloro che le daranno corpo e infine, solo per adesso, fra Fabbricazione e i fruitori della mostra. Se la ridondanza di temi e atti è una peculiarità totalmente positiva e necessaria in questa iniziativa, a ricorrere è difatti, o per meglio dire a essere pulsante, è la vita. Una serie di gesti quotidiani, talvolta seppur minimi, vengono valorizzati mediante una presa di coscienza, per poter approdare all’obiettivo principe di conferire un’importanza fondamentale alla socialità, in tutte le sue declinazioni. L’avvicinamento all’arte è la reale conclusione, punto in verità di inizio per ulteriori sviluppi, a dimostrazione del peso che la pratica artistica ha sulle esistenze, pur mantenendo il proprio apparato formale di divulgazione di bellezza e decorazione.

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